domenica 7 ottobre 2007

è il mio compleanno

ho organizzato una festa invitando tutti, ma proprio tutti.. anche persone che non sapevo di conoscere in effetti, però magari sono ex compagne del corso di danza classica di cui ho ormai perso memoria

la festa si svolge di sera, nella casa di bologna, che è ovviamente affollatissima di gente
la conti si fa promotrice delle istanze dei vicini di casa turbati dal rumore e viene a dirci di non fare baccano
lo prendiamo tutti come il rimprovero di una prof di matematica troppo buona, e continuiamo imperterriti. io però sono un po' mortificata

poi con lascivia abbandoniamo la festa perchè lui deve andare e io lo accompagno
le strade sono quelle di lodi, e in via san francesco troviamo barbara, con una canottiera verde acqua e dei pantaloni bianchi attillati, che evidenziano una evidente mancanza di mutande

ci fermiamo a parlare con lei, e quando se ne va lasci mi dice che miriam è una gran figa, ma forse forse barbara la batte, manifestando l'intenzione di farsele entrambe, prima o poi
io sono gelosa, anche se non so bene di chi, probabilmente di tutti e tre, e dico a lasci che barbara è stata il mio primo amore e di non pensarci neppure

colpo di scena: lascivia ha una macchina, con cui si offre di riaccompagnarmi a casa. mi guardo bene dal dirgli che abito a 200 metri in linea d'aria da dove ci troviamo e salgo con lui
è notte fonda, lasci mi dice che deve sbrigare un paio di commissioni vicino casa mia e imbocca di filato il ponte dell'adda
mi astengo dal fargli notare che abito sulla sponda opposta
dopo svariati chilometri di ponte arriviamo nell'equivalente del quartiere revellino, che però ha un'atmosfera da sobborgo di film di lynch
lasci mi chiede dove sia casa mia, e a quel punto gli dico che sta da tutt'altra parte, quindi si rassegna a portarmi con sè, dovunque sia diretto

raggiungiamo un parchetto immerso nell'oscurità, dove i suoi amici lo attendono. ne riconosco alcuni di quelli che erano alla sua laurea e loro mi salutano, cortesemente ma un po' distaccati
inizio a sentirmi a disagio
lasci prende da uno degli astanti una notevole manciata di erba, e inizia a preparare una canna
forse rendendosi conto del mio imbarazzo mi dice cose molto carine, e poi si leva il cappello che ha in testa (un atroce berretto da baseball, nero e logoro) e me lo regala
sono sconvolta dalla portata del gesto, visto che quel cappello è il suo segno distintivo, e lo accetto con reverenza, come fosse una specie di reliquia

ora sono felice, anche se ogni tanto passa la polizia e cerca pretesti per cacciarci dal parco, che però è un luogo pubblico e ha i cancelli aperti quindi è dura. nessuno presta attenzione alla montagna di erba ammonticchiata in un angolo, forse perchè si confonde con quella del parco

lasci ha appena acceso la prima canna quando arriva una macchina e scendono i miei genitori, dicendomi che sono le quattro di notte e sono venuti a prendermi perchè è ora di andare a casa

mi sento veramente in imbarazzo, dico ai miei che mi avrebbe riaccompagnato lui, che non c'era nessun bisogno di venirmi a prendere, che dovrebbero essere a letto a quell'ora ecc
comunque mi tocca andare con loro
vado a salutare lasci e i suoi amici, che mi offrono un tiro prima di andare, sotto lo sguardo di leggero rimprovero di papà

stiamo entrando nel cancello di casa, io sono seduta in macchina con il mio cappello-reliquia in mano, e mi dico che tutto sommato non è stato un brutto compleanno




[doverosa nota: lascivia nel mondo reale non si sognerebbe mai di andare in giro con un berretto da baseball in testa. almeno, spero]

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